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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

SACERDOTE ED EREMITA

  Nella tradizione cristiana, San Giovanni Battista è noto anche come “l’ultimo profeta dell’Antico Testamento”, il “precursore di Cristo” o il “profeta glorioso”. Tipologicamente collegato al profeta Elia, il Battista viene rappresentato con le ali, come un messaggero divino. In greco, il termine  evangelos  (da cui derivano le parole “angelo” ed “evangelista”) significa “buon messaggero”, “portatore di buone notizie”. Se è così, perché anche gli altri messaggeri divini non vengono rappresentati con le ali angeliche? Non si dovrebbe applicare lo stesso anche agli apostoli e agli altri profeti dell’Antico Testamento? La risposta risiede nei Vangeli stessi. Sia nel Vangello di Luca (7, 28) che in quello di Matteo (11, 11), Cristo afferma esplicitamente che “tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni”. Un inno liturgico cantato nella festa della natività del Battista lo proclama come “culmine e corona dei profeti”. Si ritiene che abbia un ruolo speciale tra i santi: è un

VITA EREMITICA

  Nella Sacra Scrittura il deserto è descritto come un luogo inospitale e « selvaggio, dove non si può seminare, non ci sono fichi né vigne, non melograni e dove non c’è acqua da bere » [1] . Un luogo in cui è difficile sopravvivere, figuriamoci vivere in modo stabile. Eppure Dio fa di un posto così arido e disagevole il luogo privilegiato della sua rivelazione e della sua vicinanza all’uomo, fino a farlo assurgere a simbolo del riscatto escatologico. Nel deserto Dio pianterà « cedri e acacie, mirti e ulivi, olmi e abeti » [2] . Quando Dio è presente il deserto rifiorisce e torna ad essere giardino. Qualche anno fa, quando ero ancora un giovane studente in teologia, mi fu regalato uno di quei libri fotografici monotematici sui deserti del mondo. Tenendo il libro fra le mani pensai: ci vuole coraggio a fare un libro soltanto con delle foto sul deserto: sarà tutto uguale! In realtà i deserti del mondo sono molto diversi tra di loro. Ve ne sono di sabbia, di sale, di pietra e persino di G

GUSTATE E VEDETE COME è BUONO IL SIGNORE

La notte in cui fu tradito per essere crocifisso, Gesù ci ha 'lasciato in dono, come eredità del suo nuovo testamento, proprio questo pegno della sua presenza. Noi ne siamo nutriti e fortificati durante il viaggio di questa nostra vita, fino a che lasceremo il mondo presente e arriveremo a lui. Per questo il Signore diceva:  Se non mangerete la mia carne e non berrete il mio sangue, non avrete in voi la vita  (Gv. 6,54). Ha voluto infatti che la sua opera di salvezza continuasse in mezzo a noi; ha voluto che le anime si santificassero nel suo sangue, partecipando sacramentalmente alla sua passione. Perciò ordina ai suoi discepoli fedeli - i primi sacerdoti istituiti per  la Chiesa  - di tenere continuamente vivi questi misteri della vita eterna; e tutti i sacerdoti sparsi nelle chiese del mondo ,intero ,li devono celebrare fino al giorno della venuta di Cristo. Così tutti noi, sacerdoti e popolo dei fedeli, abbiamo ogni giorno davanti agli occhi la figura della passione di Cristo,