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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

SAN PAISIJ VELIĈKOVSKIJ E LA PREGHIERA DEL CUORE

Paisij Veliĉkovskij – La preghiera del cuore e Lettere scelte sulla vita spirituale – a cura di Michele Di Monte – Monasterium – 2019 – pp. 115 + appendice (pp.119-128 Uffici liturgici di san Paisij + Notizie sugli Autori citati, bibliografia e indice generale.  Un’affascinante introduzione parte dalla domanda dei discepoli a Gesù: “insegnaci a pregare” e presenta nella figura di Ignazio di Antiochia il modello dell’amore appassionato per Cristo. L’evidente trasporto con cui l’A. presenta la preghiera accende il desiderio di leggere queste pagine che rivelano lo scopo appassionato di chi scrive: orientare il desiderio del lettore a Dio attraverso la preghiera contemplativa e una vita spirituale autentica e fedele. Una biografia essenziale di Paisij e una limpida introduzione all’esicasmo offrono la chiave per leggere con consapevolezza gli scritti di Paisij. Con concisione e chiarezza l’A. traccia il filo che congiunge la ricerca del monachesimo orientale antico alla preghiera

SEMI DI CONTEMPLAZIONE

L’anima che vede la Luce diventa tutta luce 1. Il beato profeta Ezechiele contemplò una visione, un’apparizione divina e gloriosa, e ne fece la narrazione descrivendo una visione colma di ineffabili misteri (Ez 1,4-28). Vide, nella pianura, un carro di cherubini, quattro esseri viventi spirituali, di cui ciascuno aveva quattro volti: uno di leone, uno di aquila, uno di vitello e uno d’uomo. E per ogni volto avevano delle ali, sicché non v’era parte posteriore o rivolta all’indietro; e il loro dorso era colmo di occhi, e il loro ventre similmente era colmo di occhi, e non vi era parte che non fosse colma di occhi. E ogni volto era provvisto di ruote, una ruota dentro l’altra, e nelle ruote vi era lo Spirito. E vide come un trono e, seduto su di essi, una figura dalle sembianze umane e sotto i suoi piedi c’era come uno zaffiro lavorato. Il carro portava il cherubino e gli esseri viventi il Signore, assiso su di essi; ovunque volesse andare, era sempre in direzione di un volto. E

MADRI SPIRITUALI DELL'ANTICA IRLANDA

Recensione a cura di Paolo Gulisano Il Cristianesimo irlandese dei primi secoli rappresenta una delle più straordinarie esperienze della storia della cristianità. Molto si è detto e scritto delle grandi figure di questa Chiesa, da San Patrizio, l’Apostolo dell’Irlanda, a San Brendano, a San Colombano, fino a San Malachia. Ancora si doveva leggere delle figure femminili dell’antica Irlanda, e  Madri spirituali dell’antica Irlanda , il libro curato da Alberto Maria Osenga per Monasterium giunge a colmare questa lacuna offrendo le biografie di quattro figure di sante, tra cui Brigid, la Patrona d’Irlanda. Nella comunità cristiana fondata da San Patrizio viene ricordata la presenza di donne. È il santo stesso a parlare, nella  Confessione  e nel suo altro scritto  Lettera a Corotico  delle donne, sia di nobile stirpe, che di condizione agiata, così come di schiave, probabili prigioniere di guerra, che entrarono a far parte della Chiesa primitiva. Alcune di esse, ricorda Patrizi

SULLA SUBLIME VITA EREMITICA

  Il monaco siriaco Sahdona, più conosciuto con la forma latina del suo nome, Martyrius, nacque vicino a Kirkuk, nell’odierno Iraq, intorno alla fine del VI secolo. Si ritirò a vita eremitica fin dalla giovane età, su influenza di due figure femminili per lui particolarmente importanti: la madre e la guida spirituale di quest’ultima, l’anziana Shirin. Uomo di grande profondità e spessore, Sahdona fu spesso al centro di vivaci dispute nella Chiesa d’Oriente. Autore prolifico, ha lasciato tra i propri scritti uno dei più apprezzati trattati di spiritualità della letteratura monastica: Il Libro di perfezione . Conoscere l’esperienza dei Padri del Deserto significa mettersi in ascolto della loro voce, eco fedele di un’altra Voce, forte e impetuosa come il vento che spazza le aspre solitudini in cui questi uomini si sono purificati. La voce di Martyrius Sahdona risuona per la prima volta all’orecchio del lettore italiano in questa traduzione originale dall’inedito Libro della perfezio