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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

GIUSEPPE L'ESICASTA

- di p. Daniele Marletta -   Oggi si parla molto, anche in occidente, della preghiera del cuore. Se ne parla spesso in modo del tutto peregrino, confondendola con pratiche orientali con cui essa non ha nulla a che fare. Se ne parla, ed è quello che ci dispiace maggiormente, svincolandola da quello che è il suo ambiente naturale: la spiritualità cristiana ortodossa. Gli autori occidentali che ne trattano molto spesso sembrano non conoscerne i presupposti dogmatici, così come sembrano non conoscerne la storia. La preghiera del cuore, così come noi la conosciamo, ha infatti una storia precisa. Essa ha origine nel deserto, al tempo del primo anacoretismo cristiano, si sviluppa nell’ambiente sinaitico, fiorisce in quello athonita. Questa pratica contemplativa ha anche dei precisi presupposti dottrinali che furono mirabilmente esposti da San Gregorio Palamas nei suoi scritti; presupposti, ci sia dato di osservare incidentalmente, del tutto estranei al cristianesimo occidentale per co

ABBA ISHO'-BAR-NOUN E LA MINESTRA DI SASSI

  Il beato Rabban Ishô’-Bar-Noun svolse il noviziato nel convento di S. Rabban Hormizd. Fu un discepolo di Rabban Giovanni. Con l’aiuto del Signore che lo accompagnava, fin dagli inizi del noviziato si impegnò molto e con successo, dedicandosi particolarmente ai lavori pesanti. Quando qualcuno si impegna molto in un lavoro fisico, i demoni solitamente si ingelosiscono di lui: infatti non riescono a sopportare la vista di esseri corporei che portano a compimento opere spirituali. Allora si ingegnano in ogni modo a far inciampare quel fratello nella vanagloria che distrugge ogni merito e nell’orgoglio che si oppone a Dio. Per questo e a causa di questo, il fratello necessita di una grande dose di umiltà per umiliare se stesso in tutto e disprezzare se stesso prima di tutto affinché, nel Signore Gesù, possa sfuggire ai nemici e agli avversari che gli si oppongono. Questo eletto conosceva bene tutto ciò, quindi si impegnò con ogni cura a disdegnare se stesso. Rabban Giuseppe raccon

ELOGIO DELL'EREMO

 «Vediamo quale potrebbe essere la definizione giusta della solitudine. Eccone una: il tempio senza confini del nostro Dio!  In effetti Colui che dimora nel silenzio, non è logico che ami la solitudine? Quante volte si è fatto vedere dai suoi santi proprio lì, e non ha disdegnato di incontrarsi con gli uomini nelle circostanze adatte! Per esempio è nel deserto che Mosè ha visto il volto di Dio; è nel deserto che Elia si coprì la faccia per paura di vedere Dio. È chiaro che Dio si trova ovunque perché a Lui appartiene tutto, e non è assente da nessuna parte; però si ha ragione di credere che preferisca visitare in modo particolare i luoghi deserti e quelli dominati da una solitudine celeste». [...]   «Per poter possedere un giorno quella terra dove scorre latte e miele, il popolo di Dio doveva prima abitare una terra arida e incolta. La strada che conduce alla patria promessa passa sempre attraverso i luoghi deserti e solitari. Deve abitare una terra inospitale chi vuol vivere i b

UNA LETTURA SUL MONACHESIMO MISSIONARIO

Il titolo  suggestivo  " La spada e l'orecchio " allude a un passo di una lettera di Alcuino di York indirizzata al re Carlo: “Se la spada è la parola di Dio, perché ha tagliato l’orecchio di un oppositore? Questo significa che l’orecchio infedele è tagliato, ma sarà anche curato e rimesso a nuovo dal tocco della grazia divina” (Alcuino, Ep 136). Questo libro é un atto di coraggio da parte dell’editore e del curatore di queste biografie di Santi la cui epoca è tanto lontana dalla nostra e soprattutto è un atto di intelligenza ecclesiale: fa riscoprire aspetti inediti di missionarietà nel monachesimo benedettino medievale su cui spesso nutriamo pregiudizi o perlomeno unilateralità di interpretazione. La vita di Willibrordo scritta da Alcuino di York, quella di Lioba scritta da Rudolfo di Fulda e la biografia di Bonifacio composta da Willibaldo fanno scoprire un anelito autentico e appassionato di evangelizzazione che non solo non contraddice lo spirito del monaches