Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2018

FUGGIRE il MONDO

     Ho parlato frequentemente della necessità di fuggire da questo mondo […], poiché il Signore dice: « Dov’è il cuore dell’uomo ivi è anche il suo tesoro » (Mt 6, 21). Infatti il Signore non suole negare il buon dono a quanti lo pregano e fuggono il mondo.     Pertanto, poiché il Signore è buono e lo è soprattutto per quelli che lo aspettano pazientemente, aderiamo a lui, stiamo con lui con tutta la nostra anima, con tutto il cuore, con tutta la forza, per restare nella sua luce, vedere la sua gloria e godere della grazia della felicità suprema. Eleviamo dunque l'anima a quel Bene, restiamo in esso, aderiamo ad esso; a quel Bene, che è al di sopra di ogni nostro pensiero e di ogni considerazione e che elargisce pace e tranquillità senza fine, una pace che supera ogni nostra comprensione e sentimento.     Questo è il Bene che pervade tutto, e tutti viviamo in esso e da esso dipendiamo, mentre esso non ha nulla al di sopra di sé, ma è divino. Nessuno infatti è buono se non D

SANTI DI TUTTI I GIORNI

[a cura degli Amici dell’Eremo] La funzione di un libro è quella di aprire mondi al lettore, di spingere le sue vedute interiori ad esplorare nuovi orizzonti, perché ne abbia beneficio non solo il suo apprendimento, ma il suo pensare e di osservare il mondo; e di conseguenza, il suo vivere.  Di recente, ovviamente su consiglio di padre Michele Di Monte, abbiamo avuto modo di immergerci in una lettura coinvolgente e di grande presa: Santi di tutti i giorni , dell’archimandrita russo Tichon (ed. Rubbettino). Non intendiamo tanto fare una recensione di questo libro, ma piuttosto condividere l’impressione che esso ci ha lasciato. Mentre assistiamo impotenti al vertiginoso sbriciolarsi del cristianesimo occidentale, questo testo ci ha accompagnato all’interno del grande mondo monastico russo, e abbiamo “conosciuto”, in esso, alcune figure meravigliose di monaci, vissuti per la maggior parte al monastero di Pskov (nel nord-est della Russia) durante il periodo sovietico, dun

UNA SOLITUDINE TRASFIGURANTE

“Che aspetteremo ancora? Che qualcuno dall’alto dei cieli ci canti un canto celeste? Ma in cielo tutto vive dello Spirito Santo e sulla terra il Signore ci dona lo stesso Spirito Santo. Nelle Chiese, le liturgie sono compiute dallo Spirito Santo; nei deserti, sulle montagne, nelle caverne e dovunque, gli asceti di Cristo vivono nello Spirito Santo; e se li guardiamo, saremo liberi da ogni oscurità e la vita eterna sarà nelle nostre anime già quaggiù”. [1] [san Silvano del Monte Athos] L’unico fine a cui tende la santa Chiesa è la Gerusalemme celeste [2] . Ogni membro del corpo ecclesiale è costituito per confluire a questo fine, « Vi è però una forma di vita che non solo vi ci conduce, ma che la anticipa. La vita eremitica, liberando gli uomini dalle preoccupazioni che spesso allontanano dal cielo, li rende simili agli angeli e ad essi li unisce » [3] . Quando il rumore delle parole degli uomini si fa assordante e l’ascolto della Parola di Dio diventa difficile in