«Vediamo quale potrebbe essere la definizione giusta della solitudine. Eccone
una: il tempio senza confini del nostro Dio!
In effetti Colui che dimora nel silenzio, non è logico che ami la solitudine? Quante volte si è fatto vedere dai suoi santi proprio lì, e non ha disdegnato di incontrarsi con gli uomini nelle circostanze adatte! Per esempio è nel deserto che Mosè ha visto il volto di Dio; è nel deserto che Elia si coprì la faccia per paura di vedere Dio. È chiaro che Dio si trova ovunque perché a Lui appartiene tutto, e non è assente da nessuna parte; però si ha ragione di credere che preferisca visitare in modo particolare i luoghi deserti e quelli dominati da una solitudine celeste». [...]
«Per poter possedere un giorno quella terra dove scorre latte e miele, il popolo di Dio doveva prima abitare una terra arida e incolta. La strada che conduce alla patria promessa passa sempre attraverso i luoghi deserti e solitari. Deve abitare una terra inospitale chi vuol vivere i beni del Signore nella regione dei viventi: dovrà essere ospite della prima , se lotta per diventare cittadino della seconda».
In effetti Colui che dimora nel silenzio, non è logico che ami la solitudine? Quante volte si è fatto vedere dai suoi santi proprio lì, e non ha disdegnato di incontrarsi con gli uomini nelle circostanze adatte! Per esempio è nel deserto che Mosè ha visto il volto di Dio; è nel deserto che Elia si coprì la faccia per paura di vedere Dio. È chiaro che Dio si trova ovunque perché a Lui appartiene tutto, e non è assente da nessuna parte; però si ha ragione di credere che preferisca visitare in modo particolare i luoghi deserti e quelli dominati da una solitudine celeste». [...]
«Per poter possedere un giorno quella terra dove scorre latte e miele, il popolo di Dio doveva prima abitare una terra arida e incolta. La strada che conduce alla patria promessa passa sempre attraverso i luoghi deserti e solitari. Deve abitare una terra inospitale chi vuol vivere i beni del Signore nella regione dei viventi: dovrà essere ospite della prima , se lotta per diventare cittadino della seconda».
[...] «E che?
Colui che è stato detto il più grande tra i figli di donna, non viveva forse in
un deserto mentre gridava nel deserto? È nel deserto che amministra il
battesimo, nel deserto predica la conversione, nel deserto perla per la prima
volta del regno dei cieli. E dovìè che ha prospettato per primo queste cose
alla gente che lo ascoltava? Nel posto dove chiunque le cercava le abbia
ottenute più rapidamente. Perciò era giusto che prima che apparisse il Signore
fosse mandato come messaggero quest’uomo tutto d’un pezzo che avrebbe abitato
nel deserto, per aprire la via al regno celeste: precursore e nello stesso
tempo testimone di Cristo, degno di sentir parlare il Padre dal cielo, di
arrivare a battezzare il figlioe di vedere scendere lo Spirito Santo». [...]
«Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, come sta scritto, andava a pregare a pregare in posti deserti. Per questo motivo oramai quel luogo deve essere chiamato luogo di preghiera, perché Do Creatore ha fatto vedere che il posto ideale e migliore per pregare Dio, e ha insegnato che la preghiera di che si umilia, rafforzata dal luogo e impreziosita dalla solitudine, può arrivare più facilmente al cielo. E proprio andando a pregare lì, ha indicato Lui stesso dove dobbiamo avere il desiderio di pregare».
«Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, come sta scritto, andava a pregare a pregare in posti deserti. Per questo motivo oramai quel luogo deve essere chiamato luogo di preghiera, perché Do Creatore ha fatto vedere che il posto ideale e migliore per pregare Dio, e ha insegnato che la preghiera di che si umilia, rafforzata dal luogo e impreziosita dalla solitudine, può arrivare più facilmente al cielo. E proprio andando a pregare lì, ha indicato Lui stesso dove dobbiamo avere il desiderio di pregare».
«Tutto tace. Allora lo spirito - lieto – è come spinto e stimolato dal silenzio verso il suo Dio, vitalizzato da impulsi ineffabili. Non si sente nessun rumore, non si parla con nessuno, tranne eventualmente che con Dio. C’è solo quella voce che interrompe il silenzio della vita solitaria e altera quello stato di calma tranquilla: ma per l’anima è più dolce della quiete, perché è il suono santo di una dolcissima intimità. E in quel momento, proprio per effetto di questa soave e sublime intimità, risuonano dei colori ardenti che intonano inni, e si può dire che si tocca il cielo anche con le voci oltre che con le preghiere». [...]
«I luoghi deserti che vengono nobilitati dalla vita solitaria dei santi, è chiaro che devono rispettarli tutti. Però un occhio di riguardo ce l’ho per la mia Lerino, che accoglie tra le sue braccia tanto generose quelli che arrivano strapazzati dai naufragi dalle tempeste mondane e fa accomodare dolcemente sotto le sue ombre la gente spossata dalla calura del mondo, per cui se uno è affannato lì può riprendere fiato sotto l’ombra spirituale del Signore. Zampillante di acqua, verdeggiante di erbe, spendente di fiori, soave nei paesaggi, lerino alle persone che la possiedono il paradiso che un giorno possiederanno. Degna di aver avuto per fondatore ed iniziatore Onorato, con la sua regola celeste, e di aver trovato un padre così grande per la validità dei suoi insegnamenti, a cui si leggeva pure in faccia la forza dello spirito apostolico. Degna di accoglierlo e restituirlo così. Degna di ospitare anche dei monaci e di fornire dei sacerdoti che tutti ci terrebbero ad avere. È lei che adesso ha come suo successore Massimo, l’insigne. È lei che ha avuto Lupo e suo fratello Vincenzo, gemma che risplende di luce interiore. È lei che ora ospita Caprasio, venerabile nella sua austerità come i santi antichi. È lei che adesso accoglie quei vecchi asceti che, con le loro cellette separate, hanno introdotto i padri egiziani tra i Galli».
Eucherio di Lione, Elogio della Solitudine
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