Esistono due maniere di unione
con Dio; più esattamente ci sono due entrate per la preghiera mentale che lo
spirito risveglia nel cuore.
Una si ha quando la mente
"aderendo strettamente al Signore" entra rapidamente nella dimora
della preghiera; l'altra quando l'attività orante si svolge gradatamente e
mediante un fuoco gioioso esercita la mente e la tiene ferma con l'invocazione
unitiva del Signore Gesù. Lo Spirito opera in ciascuno secondo il suo beneplacito,
è quindi possibile che una forma di unione preceda l'altra nelle varie persone,
nel modo che ho detto sopra. Altre volte, quando le passioni sono affievolite
per la costante invocazione a Gesù Cristo, l'evento accompagnato da un fervore
divino, si manifesta nel cuore. "Dio è un fuoco che consuma" le
passioni. In altri casi lo spirito attrae a sè la mente, saldandola nel cuore e
impedendone il consueto vagare dei pensieri.
Sull'esercizio
della preghiera: Il metodo
All'alba getta il seme, la preghiera, la sera la tua mano non resti oziosa, dice Salomone; questo perchè la preghiera non venga interrotta rischiando di perdere l'ora dell'esaudimento, "non sai quale delle due semine ti darà i suoi frutti".
All'alba getta il seme, la preghiera, la sera la tua mano non resti oziosa, dice Salomone; questo perchè la preghiera non venga interrotta rischiando di perdere l'ora dell'esaudimento, "non sai quale delle due semine ti darà i suoi frutti".
Di buon
mattino mettiti a sedere su uno sgabello alto un palmo; dirigi il pensiero dal
dominio della mente sul cuore e costringilo a rimanervi. Curvo laboriosamente,
mentre il petto, le spalle e la nuca ti faranno male, grida con perseveranza e
col pensiero e con l'anima: "Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me".
In seguito, se per la posizione forzata, o dalla noia provocata dalla sosta
prolungata sulla stessa formula porta il tuo pensiero sull'altra forma
dell'invocazione e ripeti: "Figlio di Dio abbi pietà di me!". Ripeti
questa formula numerose volte, evita, per indolenza, di cambiarla troppo
spesso, le piante trapiantate con frequenza non attecchiscono.
Controlla
il respiro dei polmoni, in modo da non respirare nel consueto modo. Poiché il
soffio dei respiri incontrollati che sale dal cuore oscura la mente e agita
l'anima, la dissipa, l'abbandona alla distrazione, oppure le fa passare davanti
ogni sorta di immagini indirizzandola insensibilmente verso ciò che non è bene.
Non ti turbare se vedi sorgere l'impurità degli spiriti malvagi e prender forma
nel tuo pensiero; come pure non dare attenzione ai buoni pensieri che ti si
possono presentare. Tieni salda la mente nel cuore, domina la respirazione, e
ripeti senza stancarti l'invocazione al Signore Gesù; ben presto brucerai e
dominerai questi pensieri, fustigandoli invisibilmente col Nome divino.
Giovanni Climaco dice: "Col nome di Gesù fustiga i nemici. Non c'è arma
più forte, né in cielo né in terra".
Sulla
respirazione controllata Isaia l'eremita e con lui molti altri, riguardo al
controllo della respirazione dice: "Domina l'instancabile pensiero, cioè
la mente agitata e divagata dalla potenza del nemico che, a motivo della
negligenza è ritornato, anche dopo il Battesimo, nell'anima neghittosa, seguito
da numerosi spiriti maligni, conformemente a quanto il Signore disse:
"l'ultima condizione dell'uomo è peggiore della prima". Un altro
dice: "Il monaco abbia l'invocazione di Dio al posto del respiro". Un
altro: "L'amore di Dio deve precedere il respiro". Simone il Nuovo
Teologo: "Comprimi il ritmo della respirazione in modo da non respirare
nel modo abituale". Giovanni Climaco ammonisce: "Il ricordo di Gesù
sia unito al tuo respiro, imparerai la forza del silenzio". E l'Apostolo
Paolo afferma: "Non io, ma Cristo vive in me" operando in lui
insufflandogli la vita divina. E il Signore dice: "lo Spirito soffia dove
vuole", prendendo l'immagine del vento che spira. Quando fummo purificati
nel battesimo, ricevemmo la eredità dello Spirito e i germi della parola
interiore.
Avendo
trascurato i comandamenti, custodi della grazia, siamo nuovamente caduti nelle
passioni, e invece di respirare lo Spirito Santo, ci siamo riempiti del respiro
dei maligni spiriti. Da essi hanno origine gli sbadigli e gli stiramenti delle
membra, a dire dei Padri. Chi ha accolto lo Spirito e da Lui si è lasciato
purificare, è anche da Lui riscaldato e respira la vita divina, la parla, la
pensa, e la vive, conformemente alle parole del Signore. "Non siete voi a
parlare ma lo Spirito del Padre che parla in voi". In maniera identica chi
è abitato da uno spirito opposto al Signore, parla e agisce in maniera
contraria al Signore.
[san Gregorio il Sinaita]
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