LA NUOVA CREAZIONE
Ecco giunto il regno della
vita e sconvolto il potere della morte. E' apparsa un'altra nascita, così come
un'altra vita, un altro modo di esistere, una trasformazione della nostra
stessa natura. Questa nascita non è né da voler dell'uomo, né da voler della
carne, ma da Dio (Gv. 1, 13). Come è avvenuto ciò? Cercherò di dimostrartelo
nel modo più chiaro possibile. Questo nuovo germe di vita è custodito nel seno
della fede; è portato alla luce dalla nuova nascita del battesimo; la sua
nutrice è la Chiesa,
che lo allatta con il suo insegnamento; il suo alimento, il pane del cielo; la
sua maturità una condotta perfetta; il suo matrimonio, la sua unione con la Sapienza; i suoi figli,
la speranza; la sua casa, il Regno; la sua eredità e le sue ricchezze, le
delizie del paradiso; la sua fine non è la morte, bensì la vita eterna nella
felicità preparata per i santi...
Questo è il giorno che il
Signore fece (Sal. 117, 24). Giorno del tutto diverso da quelli dell'inizio,
poiché in questo giorno Dio crea cieli nuovi ed una terra nuova, come dice il
profeta (cf. Is. 65, 17). Che cieli? Il firmamento della fede in Cristo. Quale
terra? Il cuore buono, come dice il Signore, la terra che beve la pioggia che
su di essa cade, la terra in cui crescono messi abbondanti. In questa
creazione, il sole è la vita pura; gli astri sono le virtù; l'aria, una
condotta limpida; il mare, la ricca profondità della sapienza e della
conoscenza; l'erba e le foglie, la buona dottrina e gli insegnamenti divini di
cui si nutre il gregge dei pascoli, cioè il popolo di Dio; gli alberi che
producono frutti, la pratica dei comandamenti. In questo giorno viene creato
l'uomo autentico, colui che è fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Non è tutto un mondo che
inaugura per te "questo giorno che il Signore fece"? Parlandone, il profeta
Zaccaria dice che sarà un giorno senza avvicendamento di luce e di tenebre (cf.
Zacc. 14, 7). E non abbiamo ancora parlato del più grande privilegio di questo
giorno di grazia: esso ha distrutto le angosce della morte, e dato alla luce il
primogenito tra i morti... colui che ha detto: Vado al Padre mio ed al Padre
vostro, Dio mio e Dio vostro (Gv. 20, 17). Che buona e splendida novella! Colui
che per noi si è fatto come noi affinché, diventato uno dei nostri, divenissimo
suoi fratelli, porta la sua propria umanità verso il Padre vero, onde
trascinare con sé tutti quelli che appartengono alla sua razza.
San Gregorio di
Nissa,
Primo discorso sulla Risurrezione,
PG 46, 603, 626-627.
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