RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
Raccontare appartiene all’uomo
fin dai tempi più antichi. Un po’ per necessità, quando scrittura e lettura
appartenevano a pochi, un po’ per il piacere di ritrovarsi e condividere.
Lo facevano i nostri
nonni, quando la televisione non c’era, e davanti ad un camino raccontavano la
vita e i ritmi della terra che coltivavano.
Le storie hanno il loro tempo.
Raccontarle significa per prima cosa fermarsi ad ascoltarle, guardarle dentro,
accogliere le visioni che ci regalano. Narrare storie è un modo di andare ad un
ritmo diverso, un ritmo che è quello della parola e delle persone che ti
ascoltano, un fermare gli occhi negli occhi, perché si narra solo se si entra
in relazione con chi ascolta. La storia si costruisce nelle parole e nelle
menti, tessendo fili invisibili e potenti fra persone.
Se l’atto del narrare è
antico, non lo è meno quello del pregare. Da quando esiste, fin dagli albori
dei tempi, l’uomo ha alzato lo sguardo al cielo alla ricerca di un Tu che gli
rispondesse dall’eternità. Come narrare l’esperienza della preghiera? Come raccontare
ai più piccoli l’esperienza dell’esichia e la pratica, il desiderio, la gioia
della recitazione continua e perpetua della preghiera del cuore:
“Signore Gesù Cristo,
Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”?
Oggi, tra gli adulti, non vi è
cristiano autentico e fervoroso che non abbia letto il famoso libro Racconti
di un pellegrino russo. Scritto da un anonimo, si dice nel XIX secolo, il
libro narra in modo semplice le gioie e le sciagure di un uomo devoto. Nel suo
girovagare incontra un maestro: un monaco. E’ lui ad iniziarlo alla preghiera
del cuore. Da oggi, grazie al nostro caro p. Michele Di Monte e alle edizioni
Scritti Monastici dell’Abbazia di Praglia, questo classico della spiritualità
esiste anche in una splendida edizione a fumetti.
Narrare e pregare apre orizzonti
e porta lontano perché permette di entrare in contatto con l’essenza, di
dimenticare l’esteriorità, chiudendo dietro una porta l’etichetta dell’essere
adulti e permettendoci di tornare felici a quando si aveva 10 anni, risentendo
magari il profumo della propria nonna e il rumore del mare.
Un libro poetico, sulle
possibilità infinite dell’uomo e sul suo desiderio religioso. Per bambini e per
tutti quegli adulti che desiderano ritornare come bambini (Mt 18,2-5).
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