Non abbiate paura!
Cristo, ritornato dagli inferi, per
restituire a ogni cosa la pace, esclama: Pace a voi! (Gv 20,19). Il
santo Vangelo dice: “Mentre i discepoli parlavano di queste cose, Gesù
stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi!” (Gv 20,19). Bene disse: a
voi! Infatti, la terra era ormai salda, il giorno era sorto di nuovo, il
sole aveva ripercorso il suo ciclo e la compagine del mondo possedeva di nuovo,
a lei restituito, il suo proprio ordine. Per i discepoli, invece, rimaneva
ancora la guerra, e la lotta fra la fede e l’incredulità li percuoteva
aspramente. Il turbine della passione non aveva scosso la terra come aveva
scosso il cuore dei discepoli. Perciò la battaglia fra la fede e l’incredulità
devastava con ostinata lotta i loro animi. Cumuli di pensieri affollavano le
loro menti, e i loro corpi, seppur robusti, erano squassati da assalti di
disperazione e di speranza. L’intelligenza dei discepoli e i loro animi erano
portati qua e là fra gli innumerevoli miracoli dei segni di Cristo e le molteplici
forme della sua passione; fra i segni della divinità e le debolezze della
carne, fra le perdite delle morte e i doni della vita. Ora il loro spirito si
innalzava fino al cielo, ora le loro anime precipitavano a terra. E mentre
questa tempesta incrudeliva nel loro intimo, non potevano trovare nessun porto
di quiete, nessuna sosta di pace.
Vedendo ciò, colui che scruta i
cuori, Cristo, che comanda ai venti, ordina alle tempeste e che con un solo
cenno muta la tempesta in bonaccia (Mt 8,23-27), subito li conferma con la sua
pace, dicendo: Pace a voi! Io sono. Non temente! (Gv 20,19; 6,20). Io
sono quel crocifisso, morto e sepolto. Io sono: quanto a me, Dio,
quanto a voi uomo. Io sono. Non spirito in figura di carne, ma la stessa
Verità nella carne. Io sono. Io sono vivo [tratto] dai morti,
sono l’Altissimo [tratto] dagli inferi. Io sono colui che la morte
fugge, colui davanti al quale l’inferno ha tremato, e colui che gli inferi,
provando terrore, hanno confessato quale Dio.
Non temete, né tu, Pietro, che hai rinnegato,
né tu, Giovanni che sei fuggito, né voi tutti che mi avete abbandonato, che mi
avete giudicato totalmente secondo pensieri di incredulità, voi che ancora non
credete, pur vedendomi. Non temete, Io sono. Io, che vi ho chiamati per
grazia, vi ho scelti mediante il perdono, vi ho sostenuti con la compassione,
ci ho portati con la carità, e ora vi accolgo con la sola bontà, poiché il
Padre non è più capace di vedere le colpe quando accoglie il figlio, quando il
sentimento dell’amore accoglie nuovamente i suoi.
[San Pietro Crisologo Discorsi 81,1-4]
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