Abbandona il mondo e
apri la vela verso la vita celeste
Tutto nudo devi solcare il mare della vita, e la
tua nave non vada pesante sui flutti, destinata, così, a naufragare presto.
Pensa alla fredda morte come se fosse sempre
presente, e troverai, al suo incontro, la morte meno amara.
Innalza sempre la tua mente, come un tempio, a
Dio, affinché tu abbia il Signore all’interno del tuo cuore, come statua
immateriale.
Conosci te stesso, mio caro, chi tu sia e donde
tu venga: così più facilmente tu otterrai la bellezza archetipale.
Un giorno ti porta al successivo; chi è leggero è
preso dal vortice; ma la mente dell’uomo costante ha un giorno che dura eterno.
Chi confida nelle cose che vanno e vengono
confida in una corrente, che mai non si ferma.
Malanno uguale sono, per me, il vivere il parlar
scellerato; se tu hai una qualunque delle due cose, tu hai anche l’altra.
È atteggiamento empio, se si è impuri, essere
presente ai sacrifici; ancor più terribile è venerare tutte le reliquie dei
morti.
Non fermarti mai sulla strada delle cose
buone:fermarsi significa, per te, scivolare nell’abisso del male, se tu sei
uscito dal tuo vizio.
Vede, ma è cieco, colui che non vede la sciagura
della sua malvagità; andar dietro alle tracce di una fiera è proprio degli
occhi acuti.
Quando hai bisogno di un medico per le tue
malattie, se gli tieni nascosi i tuoi mali, non potrai fuggire al doloroso
marciume.
Tu hai la parola, io l’azione. Colui che non ha
fatto una buona azione, abbia pure l’eloquenza come ambigua alleata.
La sazietà è violenta. Io però voglio, mio caro,
che tu abbia questo impegno: la saldezza per l’anima sempre mobile.
Sii ricco soltanto di Dio, e considera tutto il
mondo uguale ad una tela di ragno. Tutte le cose degli uomini sono estranee a
questa vita: solo la virtù dei mortali vale la pena di essere vissuta.
“Qua venite”, grida a tutti il Logos di Dio,
dalla sapienza immortale, “venite alla conoscenza della celeste Trinità”.
Volgete l’animo, o voi, quanti le pure nozze
legarono a quel genere di vita, a procurare maggior frutto per i torchi
celesti.
E quante siete state abbracciate dal grande Dio
il Logos, vergini spose, offrite ogni cosa a Dio.
Splendore luminoso è colui che vive da solo, ma
devi distogliere l’animo dal mondo e collocarlo lontano dalla carne.
È empia cosa avere la fede in superficie, e non
nel cuore: essa potrebbe facilmente scorrer via. Io voglio una convinzione
profonda.
Non avere né una giustizia inflessibile né una
prudenza tortuosa. Dappertutto la misura è la cosa migliore.
Sia ben guidata anche l’audacia, ché altrimenti è
soltanto audacia, e non è forza. È opera della temperanza essere anche sereni.
Ottima cosa è aprire sempre la mente agli oracoli
di Dio: così tu potresti diventare esperto nelle leggi celesti.
Cerca di essere ottimo; cerca di dispiacere a
coloro ai quali è bene dispiacere. Se alla malvagità tu arrechi gioia, è
un’ignobile fama.
È cosa turpe che colui che è ottimo sia difensore
dei malvagi: è come se tu avessi il piede all’interno della malvagità.
L’oro si doma nelle fornaci e l’uomo nobile nei
dolori: il dolore è spesso più leggero della mancanza di preoccupazioni.
Facilmente rinnegherebbe il grande Iddio colui
che rinnega il proprio padre: riconosci nel tuo genitore il padre della tua
pietà.
I vermi consumano ogni cosa: non lasciare le cose
tue nemmeno alla tomba; l’onore dell’epitaffio consiste in un nome glorioso.
Abbi rispetto degli stranieri delle nostre parti,
ma soprattutto di coloro che hanno lasciato ogni cosa, perché fosse dei morti
che non hanno più forze.
Orsù, dunque, abbandonando qui tutto il mondo e
le sue preoccupazioni, apri la vela verso la vita celeste.
Compi sempre ottime opere in modo degno di Dio, e
la Trinità ti
stia a cuore in modo particolare.
Gregorio Nazianzeno, Poesie I, 2, 31
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