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RAGGI DI FEDE

RAGGI di FEDE

«Ecco un mistero: ci sono anime che hanno conosciuto il Signore, ce ne sono altre che non l'hanno conosciuto, ma che credono; e infine ci sono uomini che non soltanto non hanno conosciuto Dio, ma che nemmeno credono in Lui. [...] E' l'orgoglio che impedisce di avere la fede. L'uomo orgoglioso vuole comprendere tutto con la sua intelligenza e la sua scienza, ma non gli è dato di conoscere Dio, perché il Signore si rivela solo alle anime umili. [...] In cielo e in terra si conosce il Signore grazie allo Spirito Santo. [...] Perfino tra i pagani, l'anima ha avvertito l'esistenza di Dio, però non sono stati capaci di rendere onore al vero Dio. Ma lo Spirito Santo ha ispirato i Profeti, poi gli Apostoli, poi i Santi Padri e i nostri Santi Vescovi, e così la vera fede è arrivata fino a noi. [...] Uomini, creature di Dio, conoscete il Creatore. Egli ci ama. Conoscete l'amore di Cristo e vivete nella pace. [...] Popoli della terra, rivolgetevi a Dio, rivolgete a Lui le vostre preghiere. Allora le preghiere della terra intera si innalzeranno fino al cielo, come nube lucente e serena, illuminata dal sole. [...] Sappiate, popoli: siamo stati creati per contemplare la gloria di Dio nei cieli. Non attaccatevi alla terra, perché Dio è nostro Padre e ci ama come figli suoi».

San Silvano dell’Athos

 
«Tutti gli uomini provano un grande desiderio di onorare Dio e di mettersi direttamente al suo servizio. [...] Come i bambini piccoli separati dal papà e dalla mamma, pieni di tristezza tendono spesso in sogno le manine verso di loro, che sono assenti, così gli uomini che lecitamente sono presi d'amore per Dio come per un parente prossimo, [...] sono assetati di unione con Lui».
Dione Crisostomo, Orazione 12, 495.


 «La filosofia [...] è un'immagine evidente della verità, un dono di Dio ai Greci. E noi non ci lasciamo trascinare lontano dalla fede [...] ma protetti, per così dire, da una recinzione più robusta, portiamo felicemente a termine, in accordo con loro, una sorta di allenamento che serve alla dimostrazione della fede. [...] Prima della venuta del Signore, la filosofia era indispensabile ai Greci per condurli alla giustizia. [...] Per gli Elleni ebbe quello stesso ruolo di pedagogo che la Legge ebbe per gli Ebrei e che li condusse come bambini a Cristo (Gal 3, 23 e seg). Certo, la strada della Verità è una, ma è come un fiume che scorre nell'eternità verso cui sfociano gli altri corsi d'acqua venuti da tutte le parti».
Clemente d'Alessandria, Stromati 1,2 - 1, 5. SC 38.

«Ci sono stati, certo, molti legislatori tra i Greci e i barbari, molti maestri che predicavano dottrine che promettevano la verità; noi non conosciamo però nessun legislatore che abbia potuto suscitare in altre nazioni il desidero di ricevere le proprie parole [...], nessuno è riuscito a divulgare ciò che credeva essere la verità in nazioni diverse e nemmeno tra un apprezzabile numero di persone appartenenti ad una sola nazione [...] In compenso ogni paese del mondo, greco o barbaro, conta numerosissimi nostri fedeli che hanno abbandonato le leggi paterne e quelli che la gente crede che siano degli dei, per osservare le leggi di Mosè e per seguire da discepoli le parole di Gesù Cristo; tuttavia, coloro che si sono affidati alla legge di Mosè sono odiati da coloro che adorano le statue e quanti hanno ricevuto la parola di Gesù Cristo rischiano inoltre, a causa di quell'odio, una sentenza di morte.
Se consideriamo come in pochissimi anni, malgrado le insidie che minacciano coloro che professano il cristianesimo, malgrado, perfino, la morte di alcuni e la spoliazione di altri, la Parola ha potuto, senza abbondanza di maestri, essere predicata su tutta la terra tanto che i Greci e i barbari, saggi e insensati, si sono aggiunti alla religione annunciata da Gesù, non possiamo dubitare che un simile fatto si ponga al di sopra delle forze umane, poiché Gesù ha insegnato con la  piena autorità e la forza persuasiva necessarie affinché la Parola di Dio si affermi [...]».
Origene, I Primi Principi, 4, 1-2.


«Fu allora che, dopo aver letto quei libri platonici e imparato da essi a cercare la verità incorporea, vidi "manifestarsi alla mia intelligenza tramite le vostre opere, le vostre perfezioni invisibili". Respinto lontano da voi, compresi in che cosa consistesse quella verità che le tenebre della mia anima mi impedivano di contemplare. Ero certo che voi siete, e che siete infinito, senza tuttavia estendervi verso spazi finiti o infiniti [...]. Mi gettai dunque con avidità sugli scritti venerabili ispirati dal vostro Spirito, e prima di tutto su quelli dell'apostolo Paolo [...]. Mi dedicai a quelle letture e compresi che tutto ciò che avevo letto di vero nei trattati dei Neo-Platonici si esprimeva anche qui, ma che era sostenuto dalla vostra grazia [...]. Quelle pagine (dei filosofi) non racchiudono uno spirito di pietà, le lacrime della confessione [...] "un cuore contrito e umiliato" (Sal 50), la salvezza del vostro popolo, la "città promessa" (Ap 21,2), né "il pegno dello Spirito Santo" ( 2 Cor 1,22), né il calice del nostro riscatto. Là nessuno canta: "Non sarà l'anima mia sottomessa a Dio? Da lui infatti viene la mia salvezza [...] (Sal 61,2). Là nessuno ode la voce: "Venite a Me, voi che soffrite". Disdegnano anzi i suoi insegnamenti, perché Egli è "mite e umile di cuore" (Mt 11, 28 e seg)».
Sant’Agostino, Le Confessioni, libro VII.


«Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, di coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che conobbe in precedenza, li ha predestinati ad essere simili all'immagine del Figlio [...] e quelli che ha predestinato, li ha pure chiamati, e quelli che ha chiamato, li ha anche resi giusti; e quelli che ha reso giusti, li ha anche glorificati. Che cosa diremo allora di queste cose? Se Dio è per noi, che sarà contro di noi?»
San Paolo, Lettera ai Romani 8, 28-31.


«La fede in Cristo è il nuovo paradiso. Per questo, prima della fondazione del mondo, Egli ha conosciuto tutti quelli che hanno creduto e crederanno in Lui; li ha chiamati e fino al compimento non cesserà di chiamarli; li ha glorificati e li glorificherà; li ha resi giusti e li renderà giusti, li renderà, cioè, conformi alla gloria dell'immagine di Suo Figlio con il santo battesimo e la grazia dello Spirito, trasformandoli tutti misteriosamente in figli di Dio e rifacendoli nuovi da vecchi che erano e immortali da mortali che erano [...]».
San Simeone il Nuovo Teologo - Etica 2, 7, Sc 122.



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