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Visualizzazione dei post da settembre, 2019
INNO A SAN MICHELE ARCANGELO di Alcuino di York, composto nei primi anni del IX secolo Per il supremo re degli Arcangeli, Michele: cantiamo ad una sola voce: A te ci rivolgiamo, o Principe di ogni città, o Michele. A Te, o Dio, gli angeli portano del genere umano orante ogni preghiera. Con te gli uomini esausti ritrovano vigore, e il nemico non ha più potere. In te la potenza del Paradiso ha forza e nel giardino divino i santi angeli governi. Nel tempio del nostro Dio l'incensiere spirituale tieni, e incenso e profumi conduci sull'altare celeste di Dio. Hai schiacciato il drago malvagio con la tua mano possente, salvando molti cui era giunta sentenza di morte. Il silenzio fu dunque squarciato, e le bocche di tanti con voce possente dissero: gloria a Te, o Signore. Ascoltaci o Michele, Altissimo fra gli angeli, non abbandonarci nella prova ma vieni in nostro soccorso sollevaci dalla morte e dacci letizia e perdono. Salvaci dalla malat

FILOCALIA OCCIDENTALIS, CAMMINO DI VITA

L’atto del camminare immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la partecipazione di tutti i sensi: si cammina per nessun motivo, per il piacere di gustare il tempo che passa, per scoprire luoghi e volti sconosciuti, o anche, semplicemente, per rispondere al richiamo della strada. Camminare è un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio. Prevede una lieta umiltà davanti al mondo e davanti a Dio. Aristotele  insegnava camminando sotto i portici del Liceo e i suoi allievi si chiamavano  peripatetici , dal greco peripatein (passeggiare), proprio per questo. I sofisti invece si spostavano a piedi di città in città per insegnare la retorica.  Socrate  amava camminare e dialogare e gli  stoici  discutevano di filosofia passeggiando sotto la Stoa , i portici di Atene. Nella Grecia classica il luogo di pellegrinaggio più famoso era Delfi dove si andava per ricevere i responsi della Pizia. Da allora camminare è diventato un atto rivoluzionario, quasi eversivo. Qu

IL LINGUAGGIO DELLA CROCE

Il linguaggio della croce è follia per quelli che si perdono; per noi che ci salviamo, invece, potenza di Dio (1 Cor. 1, 18). L'uomo spirituale, infatti, "giudica ogni cosa" (1 Cor. 2, 15), mentre quello animale non accetta le cose dello Spirito (1 Cor. 2, 14). Follia è, infatti, quella di coloro che si rifiutano di credere e di riflettere sulla bontà e l'onnipotenza di Dio, indagando sulle realtà divine con le loro categorie umane e naturali, senza rendersi conto che tutto ciò che riguarda la divinità trascende la natura, la razionalità e la conoscenza. Se ci si domanda, infatti, il come ed il perché Iddio abbia creato dal nulla tutte le cose, e si cerca di scoprirlo con le sole facoltà razionali che la natura ci mette a disposizione, non si approda a nulla, giacché una scienza come questa è terrestre e diabolica. Tutto è semplice e lineare invece, ed il cammino è spedito per chi, condotto per mano, per cosi dire, dalla fede, va alla ricerca del Dio buono, onnipot

NATIVITÀ DELLA MADRE DI DIO

Nella tradizione eremitica la Natività della Madre di Dio segna l’inizio delle grandi feste liturgiche: “ La celebrazione odierna è per noi l’inizio delle feste ”esordisce Sant’Andrea di Creta nel suo sermone in occasione di tale festa (omelie,43). La nascita della Tutta Pura, “Tabernacolo dell'eterna gloria” e “Dimora tutta consacrata a Dio” stabilisce l’elemento essenziale per la successiva venuta del Salvatore. Probabilmente la festa della Natività ebbe origine nella Chiesa di Gerusalemme intorno al V sec. ove era molto forte la tradizione che voleva la casa natale della Vergine situata vicino alla piscina probatoria. La prima traccia sicura risale però al VI secolo, durante il regno di Giustiniano I, e consiste in una composizione di Romano il Melode datata fra il 536 e il 556. Verso la fine del VI secolo - inizi del VII, la Chiesa Costantinopolitana fissò per i primi di settembre la festa della Natività di Maria, non per motivi storici, ma per un semplice parallelismo